Ucraina

Il 27 agosto 1856 nasce, nella città di Nahuevychi, nella Galizia occidentale nella regione denominata Drohobyc, Ivan Franko. Figlio di un fabbro di origini tedesche, Ivan inizia a frequentare le scuole in un piccolo paese vicino, dal 1862 al 1864, anno in cui si trasferisce al collegio di San Basilio di Drohobyc, fino al 1867. Terminato il liceo classico a Drohobyc nel 1875, si iscrive all’università di Lviv (Leopoli) appassionandosi in modo particolare alla filosofia classica, alla lingua e alla letteratura ucraina; qui inizia la sua carriera letteraria vera e propria. Inizia a scrivere poesie e all’interno della rivista degli studenti della facoltà (Druh) viene pubblicata la sua prima novella, intitolata Petriï i Dovbushchuky.

Durante gli anni di università a Lviv stringe amicizia con Mykhailo Drahomanov, un ragazzo con il quale nutre gli stessi interessi politici e letterari. Nel 1877 Franko, anche a causa dei suoi lavori politici di stampo socialista, viene arrestato assieme a Drahomanov ed altri scrittori, con l’accusa di far parte di un’organizzazione socialista clandestina, nella realtà inesistente.

Scarcerato dopo otto mesi, Franko porta avanti i suoi ideali socialisti leggendo i lavori di Karl Marx e Friedrich Engels e collaborando con il quotidiano polacco Praca; nel 1878 pubblica una serie di libri intitolata Dribna Biblioteka.

Nel 1880 Franko viene arrestato di nuovo e mandato in esilio nella prigione di Kolomyia: questa volta l’accusa è quella di esortare i contadini alla disobbedienza civile. Rilasciato dopo tre mesi, in libertà vigilata, ritorna a Lviv ma non può più far ritorno all’università (è solo dopo la sua morte che l’università di Lviv cambierà nome in Ivan Franko Università Nazionale di Lviv); tutti questi avvenimenti sono raccontati dallo scrittore nella novella intitolata Na Dni.

Nel 1881 lavora presso l’importante rivista Swit (Il mondo), dove scrive più della metà degli articoli, oltre a numerosi scritti anonimi; a fine anno torna nella sua città natale, Nahuevychi, dove trova il tempo di scrivere la novella Zakhar Berkut, tradurre dal tedesco all’ucraino il Faust di Goethe e il poema Deutschland: ein Wintermärchen di Heine, scrivere una serie di articoli su Taras Shevchenko e interessarsi alla collezione di Kulish  Khutorna Poeziya.

Trova lavoro, quasi un anno dopo, presso il giornale Zorya (Alba) diventando ben presto uno dei membri del gruppo editoriale del quotidiano Dilo (Azione).

Si sposa nel maggio del 1886 con Olha Khorunzhynska, a cui dedica un libro di poesie della collezione Z vershyn i nyzhyn (Per le valli e le colline).

Nel 1888 Franko diviene collaboratore del giornale Pravda (che non è l’omonimo quotidiano sovietico), cosa che gli causa un terzo arresto, nel 1889. Uscito di prigione dopo due mesi decide di fondare, assieme agli amici Drahomanov e Pavlyc, il partito radicale Ruthenian-Ukrainian. Si candida come leader del partito radicale al Parlamento Austro-Ungarico, ma non riuscirà mai a farsi eleggere.

Assieme alla moglie fonda, nel 1898 il giornale Zhytie I Slovo, sulle cui pagine pubblica diversi articoli tra cui Sotsiializm i sotsiial-demokratyzm (Socialismo e democrazia sociale), dove critica in modo pungente la democrazia sociale ucraina e il socialismo di Marx ed Engels. La sua visione anti-marxista, dove il Marxismo è per lui quasi come una religione basata su dogmi che istigano all’odio e alle lotte di classe, si trova anche nella collezione di poesie intitolata Mii izmarahd (Mio smeraldo).

Il lungo sodalizio tra Franko e Drahomanov inizia ad incrinarsi a causa delle differenti visioni che hanno sul socialismo e la questione nazionale. Nel 1899 avviene la rottura del partito radicale, che spinge Franko a fondare un partito democratico nazionale assieme allo storico Hrushevsky con il quale collabora fino al 1904, anno in cui sceglie di uscire dalle scene della politica.

Nel 1902 Franko, finito in povertà, riceve in regalo da alcuni studenti ed attivisti letterari di Lviv, impietositi da questa situazione, una casa in città. In questa casa, divenuta oggi la sede del Museo a lui dedicato, trascorrerà gli ultimi 14 anni di vita.